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Serie di 6 dipinti astratti di Ennio Tamburi, Italia 1966

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Verona, ItaliaSu Whoppah da October 2024 • 3 vendite
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Descrizione del prodotto
Ennio Tamburi nasce a Jesi il 9 settembre 1936. Vive e lavora tra Roma e Zurigo. È a Roma che inizia la sua attività negli anni Cinquanta, soggiornando frequentemente a Parigi, avvicinandosi all'Informale perché avverte l'urgenza di rispondere al malessere esistenziale caratteristico di quegli anni. La pittura diventa per Tamburi il mezzo più appropriato per esprimere il dolore del vivere causato dalle distruzioni e dalle lacerazioni del dopoguerra. In questi anni riceve numerosi riconoscimenti come il Premio Arezzo, il Maggio di Bari, il Premio Prato, il Premio Incontri d'Arte di Bologna e la Quadriennale di Roma. Intorno agli anni Sessanta inizia a dedicarsi all'arte concettuale, concentrando la sua ricerca sull'oggetto e sulla scultura, utilizzando principalmente lamiera solfatata e neon per esprimere, attraverso le silhouette, la condizione fisica e psicologica dell'uomo moderno, dominata da un sentimento di incomunicabilità. Appartengono a questo periodo anche opere come Alberi defoiati, Coppia, Uomo puzzle e La A e il 2, tutte realizzate negli anni Sessanta. Fanno parte dell'opera anche le Cesure: fotografie scattate a Roma, i cui soggetti principali sono delle sorta di "agglomerati architettonici", come li definisce l'artista, che servono a sostenere strutture insicure e comunque non particolarmente stabili. Attraverso di esse, Tamburi sembra voler affermare il principio di unione, di qualcosa di "solido" che gli permetta di lottare contro il sentimento di precarietà e solitudine tipico della "condizione umana". Molte di queste opere sono state esposte in mostre collettive e personali come: Contemporanea, Roma 1972; Galleria il Punto, Torino 1973; Festival Dei Due Mondi, Spoleto 1974; Volterra - Interventi nella Città 1974; Biennale di Venezia, Palazzo dei Diamanti, Ferrara 1975; Galleria Due Mondi, Roma 1976; Galleria d'Arte Moderna, Arezzo 1976; Galleria La Tartaruga, Roma 1977; Kunsthalle, Colonia e Düsseldorf 1977, Galleria 2000 - Bologna 1978. Per un breve periodo alterna gli studi e la ricerca artistica con l'attività di grafico per note riviste, dove il suo talento di disegnatore trova un'ulteriore possibilità di espressione. Gli anni Ottanta segnano una svolta definitiva per Tamburi, sia nella sua poetica che nelle tecniche utilizzate. Dopo una profonda riflessione sul senso e sul valore della sua ricerca, si trasferisce in Svizzera e scopre l'arte concreta, abbandonando gradualmente la linea seguita fino ad allora e adottando uno sguardo più neutro e oggettivo sulla realtà. Durante un viaggio in Asia, scopre preziose carte fatte a mano provenienti da Tibet, Nepal, Cina, India e Giappone, ciascuna caratterizzata da una particolare texture e consistenza. Questa scoperta lo porta a intraprendere numerosi viaggi in Europa, Stati Uniti, Africa e Asia. Fondamentale sarà il viaggio in Giappone e Birmania, luoghi in cui approfondirà lo studio delle tecniche di produzione della carta. La carta si rivelerà così un "antidoto" ai materiali tradizionalmente utilizzati in pittura, diventando il nuovo medium attraverso il quale, insieme ad acquerelli e tempere, Tamburi realizzerà le sue opere. Negli anni Ottanta, Novanta e Duemila, le carte, già dotate di vita propria, ospitano ora i segni e i simboli dell'immaginario dell'artista: visioni, idee, esperienze vengono tradotte in un linguaggio astratto ma straordinariamente comunicativo. Elementi essenziali sono i "punti" che descrivono, attraverso geometrie empiriche, ciò che Tamburi ha visto o immaginato, dando vita a opere ricche di energia e vitalità. Utilizzando pennelli di diverse dimensioni, Tamburi alterna opere di grandi e piccole dimensioni. In questi anni, Tamburi espone in numerose città italiane ed europee: Galerie Salomon, Parigi 1980; Gallerie Mark, Parigi 1982; Studio a 1985; Fortezza Trecentesca, Montalcino 1987; Temple University Roma e Filadelfia 1990; Galleria del '500, Siena 1992; Galleria d'arte, Nuovo Galles del Sud, Sidney 1993; Kunsthaus Richterswil 1998; Centro di Studi Italiani, Zurigo 1999; Die Halle, Zurigo 2000; Gallerie; Anton Meier, Ginevra 2003; La Nef, Ancienne Eglise, Le Noir Mont, Svizzera 2004; LIART, Roma 2005; Biblioteca Casanatense, Roma 2006; Lazertis Galerie, Zurigo 2007; Museo del Convento di San Giovanni, Müstair 2009; Spazio Fabriano, Milano 2009. Oltre all'attività di pittore, ha spesso svolto quella di scenografo, collaborando alle scenografie di film come Senso e Morte a Venezia di Luchino Visconti e Che di Roman Polanski, disegnando manifesti per gli spettacoli teatrali di Giorgio Strehler e Luca Ronconi, e infine realizzando le scenografie di Lamento e Riflette, per il Balletto di Monte Carlo nel 1994 e di Pomeriggio di un fauno, per la Compagnia Introdans, ad Arnhem, in Olanda, nel 1997. Negli ultimi anni ha iniziato a realizzare "Sculturine", piccole opere su carta lavorata e dipinta: "sculture da viaggio", per usare la terminologia di Munar.

Specifiche tecniche
CondizioneBuonoOrientamentoRitrattoDimensioni dell'arteMedioAltezza67 cmLarghezza47 cmProfondità1 cm

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